venerdì 3 gennaio 2014

La regione

Una parola che tutti conosciamo è quella di REGIONE.
Non mi riferisco solo al Lazio, la Sardegna o il Molise; ti dirò qualcosa di più sul termine e di che cosa si tratta effettivamente.

Il dizionario ci dice che  la regione è una:  ampia porzione della superficie terrestre caratterizzata e distinta da tratti geografici, climatici e biologici oppure che siamo davanti a un territorio con caratteri storici, culturali e linguistici suoi propri e che insomma com’è e come non è sempre di una  porzione, grande o piccola, della Terra  si parla.
Lasciando da parte per il senso della parola Territorio (perché sì, in geografia c’è anche la distinzione di quella parola) cerchiamo di dare un senso al termine Regione.
L’uomo, da quando ha deciso di scendere dagli alberi o di uscire dalle caverne ha da sempre sentito la necessità di allargare i propri orizzonti e nel contempo di contenerli.
Si tratta delle due facce di una stessa medaglia perché: se da un lato l’idea di esplorare e di conoscere ci ha portati ad allontanarci dai luoghi familiari, dall’altro la sicurezza del ritorno è di vitale importanza.
Ecco perciò prendere forma, anche nelle nostre fantastiche testoline, mappe mentali e fisiche, utili a tracciare sul terreno una linea, un confinamento che garantiscano la sicurezza del ritorno sia fisica che psicologica.
E questo è il primo aspetto dell’idea di regione, idea che, col tempo ha subìto la sua naturale evoluzione affiancando a questo iniziale significato altri concetti più o meno identificabili.

Non dovete impararli a memoria, ma in una conversazione fa sempre bene dire che ne avete almeno sentito parlare.
Ordunque la regione può essere:
Naturale
e quindi ancora disabitata e tutta da modellare.
Biologica
in cui il rapporto uomo e ambiente è in equilibrio. Umanizzata in cui le zampe dell’uomo iniziano a modellarla ai suoi scopi.
Culturale frutto dell’evoluzione della civiltà che è in grado di riscoprire le problematiche  del rapporto tra l’uomo e l’ambiente e quindi di salvaguardarli attraverso progetti e pianificazioni.

In due parole?
La regione è un dato quantificabile e al contempo è un fatto come realtà da conoscere si tratta di  un aspetto culturale che coincide con il tipo di organizzazione territoriale (impronta) che l’uomo ha voluto dargli nel corso della sua storia.

Un esempio concreto?
La mozzarella di bufala, dov’è prodotta?
Ma è ovvio, no? In Campania!
E invece no, anzi non solo!
Se considerassimo la regione come oggetto quantificabile allora sì, il formaggio in questione verrebbe solo da lì e basta, se invece la prendessimo come fatto culturale appunto, vedremmo concretamente che la sua produzione si estende al di là dei confini regionali amministrativi come saremmo spinti anche a pensare dalla sua denominazione.
Se non ci credi leggi qui sotto.
E guarda: questa è la Regione della Mozzarella di Bufala Campana DOP e non campana!

Regione Produzione mozzarella di bufala campana DOP

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