
Figlio di una coppia tedesca frequentò una scuola di tipo religioso dove scoprì l'amore per il teatro. Questo, e la forte spinta motivazionale di un insegnante che credeva molto nelle sue doti recitative, lo spinsero a scegliersi un nome d'arte: Gerardus Mercator, poi italianizzato in Gerardo Mercatore.
In questa scuola si dedicò allo studio del latino, del greco, della retorica e della logica.
Gerardus era un tipo acuto che per le sue brillanti idee, o a causa di esse, venne spesso richiamato in presidenza e fu a rischio espulsione dall'istituto numerose volte.Forte dei suoi acuti ragionamenti logici, ebbe l'ardire di chiedere ai suoi insegnanti di bandire lo studio delle lingue classiche dall'istituto "Tanto" osò pronunciare "Antichi Greci e Latini son tutti morti!"
Tuttavia, grazie all'intercessione dell'insegnate di cui sopra, Gerardus non venne espulso, ma non gli fu più consentito di frequentare il corso di recitazione.
Arrabbiato con tutti e tutto lo sorpresero a incidere con una forchetta - sul desco della refezione, ritratti poco onorevoli dei suoi insegnati accompagnati da frasi poco edificanti.
Anche stavolta la fortuna fu dalla sua: il talento manuale di Gerardus era innegabile. Entrò così a lavorare nella bottega di un certo Gaspard van der Heyden (di cui non imparò mai a pronunciare correttamente il nome) e lavorò alla produzione di lastre di rame di rappresentanti il globo terrestre e quello celeste del matematico e geografo Gemma Frisio.
In seguito elaborò e realizzò un sacco di altre carte e mappe ed ebbe soprattutto la grande intuizione di usare un nuovo font corsivo per la lettura delle stesse. Così comodo che continuò a essere utilizzato sino al diciannovesimo secolo.
Gerardus non aveva un cattivo carattere, solo un sacco di idee. E per di più era testardo. La sua testa era così dura che finì per scontrarsi con le idee del cattolicesimo - lui era protestante - e fu costretto a riparare in altri lidi.
Era una notte del 1569 quando, dopo l'ennesimo trasloco, arrabbiato e frustrato per la sua situazione di genio incompreso, iniziò a tracciare con impeto delle rette su una carta della sua vasta collezione; non ne poteva davvero più poverino di sentirsi dire che era uno scalmanato!
Ma il genio va spesso di pari passo con la follia e mentre la rabbia sbolliva mise a fuoco quel che aveva combinato. Non aveva imbrattato una carta ma realizzata l'ennesima prova del suo genio: la famosa proiezione cilindrica di cui si fa sempre - ancora oggi - un gran parlare.
Grazie a questa geniale intuizione Gerardus riuscì a mettere insieme un certo patrimonio tanto da potersi permettere di acquisire i diritti (copyright) della parola Atlante e di poter terminare la sua vita felice e contento.
Non andrebbe dimenticato infine il figlio di Gerardus, Rumoldo che da bravo figlio d'arte, seguì le orme del padre. Ma questa è un'altra storia.
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